Giugno 25, 2025

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“Se le tue azioni ispirano gli altri a sognare di più, imparare di più, fare di più e diventare di più, sei un leader.”

Parto con la citazione di John Quincy Adams per evidenziare da subito l’obiettivo con cui scelgo di ospitare Professionisti: condividere la loro esperienza, fonte di ispirazione, di valore per chi cerca stimoli per apprendere, sognare e fare di più. Coinvolgo persone che ritengo essere leader di se stesse prima di tutto, ovvero chi fa accadere le cose, a partire dal proprio successo (che per me è il raggiungimento dei propri obiettivi professionali, ben definiti) e che non aspetta l’opportunità ma la costruisce.

Per questa nuova intervista ho pensato di coinvolgere Tiziano Bertolotti, CEO presso Peoplelink – Gruppo Sistemi | HRDigitalTransformation | HRSolution

Ciao Tiziano, ci racconti chi sei?
Ciao Valentina e grazie. Leggendo la tua premessa a questa intervista, ci tengo a precisare come prima cosa che non sono e non mi sento un leader. Adesso possiamo iniziare 😀
Sono nato a Genova per caso, ma piemontese da generazioni, originario di un piccolo paese, Montegioco, sui colli tortonesi, zona in cui risiedo.  Amo profondamente il mio territorio, sono legato ai colli tortonesi, alla comunità locale, con i quali ho un rapporto quasi viscerale e simbiotico. Riesco ancora ad emozionarmi per tutto quello che questo splendido territorio è capace di offrire.
52 anni, due figli; una grande passione, fra tutte, la moto. Dopo 25 anni di esperienze in diverse multinazionali, nel 2018 sono approdato in Peoplelink come General Manager e dopo qualche anno CEO. Peoplelink nasce come Startup Innovativa nel 2012, pioniera sul mercato nello sviluppo di soluzioni proprietarie per la digitalizzazione dei processi HR nelle grandi aziende.

Se ti dovessi presentare con un’immagine metaforica quale sceglieresti e perché?
Sceglierei l’immagine di un albero. Perché incarna anche la metafora della vita della persona. Fondamentali le radici, rappresenta la forza e resilienza tramite il tronco, la crescita e lo sviluppo tramite le foglie e fiori, che ogni anno si rinnovano, e le fasi della vita vivendo in simbiosi con le nostre quattro stagioni. Dovremmo imparare molto di più dalla natura, che ha i suoi ritmi e li rispetta.

 Ci dici qualcosa in più del tuo percorso professionale sottolineando alcune tappe chiavi?
“Ingegnere mancato”: dopo diversi esami, ho interrotto gli studi non sentendolo un percorso giusto per me e così, seppur mantenendo interesse a passione per la tecnologia,  ho scelto un’altra facoltà universitaria con un corso di Laurea in Psicologia delle Organizzazioni lavorative.
Ma partiamo dall’inizio. Ho vissuto un anno sabbatico tra Londra e Madrid, nel corso dei quali ho alternato dei periodi a Dublino dove ho portato a termine un corso in “Business Communication”. Rientrato in Italia,  ho svolto il servizio militare nell’Arma dei Carabinieri e, una volta congedato (in realtà avevo fatto un pensiero nell’intraprendere la carriera militare), ho intrapreso il mio percorso professionale all’interno di una startup – nel 1998 –  nel settore Telecomunicazioni (era il periodo della Deregulation). È stata una grande palestra, dove ho avuto modo di conoscere e lavorare con persone davvero speciali. Crescita incredibile dell’azienda sino alla quotazione in Borsa.
Negli anni successivi sono stato responsabile commerciale dell’area Nord Ovest Italia, nell’offerta nel mercato business fibra ottica, eravamo tra i first mover. Successivamente sono passato a Multinazionali che mi hanno portato in un contesto internazionale sempre in ambito IT/TLC come Edison, Verizon e Siemens.

Hai già parlato della moto e dei colli tortonesi ma ti chiedo: quali sono le tue passioni fuori dal lavoro? Incidono e, se sì, come nel lavoro?
Ho detto prima: una mia grande passione è la moto. Incide perché quando sei in pista (e solo in pista) scatta spesso la competizione, come accade nel lavoro. La voglia di fare e di arrivare incide, come la possibilità di buttare il cuore oltre l’ostacolo” che in termini di leadership si traduce in tramettere l’ottimismo anche quando ci sono delle sfide da affrontare. La moto, a mio avviso, ti insegna anche il “guardare” solo dove devi andare: è una delle prime regole.
I mie amati colli hanno inciso e incidono ancora oggi moltissimo: è il mio ritorno alle radici e credo che per andare lontano sia necessario avere solidi radici. Frase abusata, forse, ma quanto è vera! Sentirsi a casa è fondamentale per raccogliere le idee.
Non puoi immaginare quanti problemi ho risolto semplicemente andando a correre tra i miei colli.
Oltre a queste, come passioni, cito la lettura, l’agricoltura e l’enogastronomia. Parlando di quest’ultima, unitamente alla voglia di raccontare territorio e tradizioni, nel 2012 ho fondato una startup insieme ad un amico.. È stata una delle prime realtà e-commerce che proponeva i prodotti enogastronomici artigianali, in questo caso del mio territorio, con la proposta sia di vendere che di fare “agri-Cultura”, diffondere la cultura locale e i prodotti. Si stavano affacciando le prime aziende per la vendita online ma pochissimi sul food&beverage. È stata un’esperienza molto positiva. Ho cercato di raccontare e praticare, in chiave digitale, il lavoro del mio trisnonno il quale da agricoltore una volta a settimana si recava nella piazza principale di Tortona e Alessandria per vendere i prodotti della terra. Questo mi ha consentito di ripercorrere ricordi, recuperare vecchie tradizioni nelle quali sono cresciuto e le ho potute raccontare e condividere. Grazie anche alla mia nonna Elsa, oggi 99 enne, mia memoria storica e l’unica che riesce a riportami alle cose fondamentali. Eh sì, perché abbiamo davvero tante sovrastrutture!  A malincuore dopo qualche anno ho dovuto vendere l’azienda per mancanza di tempo nel seguirla tra le varie attività…

Digital HR: una parola chiave degli ultimi anni in quanto vero grande trend nelle Risorse Umane. Ci dai la tua definizione semplice?
Senza giri di grandi parole, che risultano di difficile traduzione: l’attività lavorativa delle persone da sempre è regolata dal quando, come e dove si lavora. La digital HR contribuisce nel far sì che attività e processi, che si seguono per sostenere le esperienze lavorative, funzionino meglio, in modo più semplice e, come accade frequentemente, in ogni luogo. Il risultato? Aumentare il valore delle attività e il benessere delle persone al lavoro.

Quali sono i modi sbagliati di vivere la digitalizzazione secondo te e quali, invece, i comportamenti di valore per avere un’efficace digitalizzazione dei processi aziendali?
Do un’unica risposta, sottolineando un grande approccio sbagliato: l’imposizione all’interno delle organizzazioni. Necessaria una cultura aziendale con forte commitment e visione nel far parlare i vari processi all’interno dell’organizzazione. La tecnologia non è mai quella che compri ma quella che usi veramente. Inutile avere tanta tecnologia che non si parla e che, anzi, magari porta complicazioni anche al processo e alla vita aziendale delle persone.

Sei alla guida di un’azienda che è recentemente entrata a far parte di un Gruppo più grande. Quali sono le emozioni che si vivono in un passaggio di questo tipo?
Oltre alla grande emozione di lavorare con diversi team, c’è l’orgoglio di entrare a far parte di una solida realtà italiana che è stata tra le pioniere nell’ambito dello sviluppo software, con una ricca storia di passione e visione. Aggiungo anche la sensazione di fortuna. Fortuna per aver trovato subito una sintonia con il management insieme ad un sentimento di accoglienza da parte di tutti i nuovi colleghi. La grande voglia di crescere insieme e di integrarci, rappresenta anche l’inizio di un nuovo percorso.

Fai parte di alcune associazioni e ti chiedo: quali sono a tuo avviso dei buoni motivi per farne parte e come ognuno potrebbe scegliere la migliore “community”?
Faccio parte di diverse associazioni perché mi fa stare bene, ed è bello per me sentirsi parte di un gruppo con la voglia di fare qualcosa per la comunità e avere l’idea di un progetto. Crea speranza per il futuro. Come dico sempre, soprattutto quando mi rivolgo alle nuove generazioni, abbiamo tutti due superpoteri: passione e sogni; quando possibile utilizziamoli per rendere il posto in cui viviamo migliore e per aiutare chi ha bisogno. Ed è questa la visione che mi ha motivato ad aderire alle associazioni che aiutano a trasmettere l’idea che un mondo migliore sia possibile.
In quanto alla scelta direi in base alle passioni, ai trascorsi, alle frequentazioni e agli obiettivi personali e professionali. Ogni gruppo associativo in cui persone si incontrano e hanno voglia di fare porta valore.
Mi viene in mente una frase del compianto Papa Francesco, un messaggio particolarmente rivolto ai giovani, ma valido per tutti: “la cosa più importante per voi è camminare”; andare avanti, quando ci si ferma attiriamo cose brutte, come l’acqua stagnante!

Cosa suggerisci a chi sta entrando nel mondo del lavoro o sta muovendo “i primi passi”?
Semplicemente: curare molto le relazioni e quindi il networking e poi farsi incuriosire sempre, imparando il più possibile. Differenziarsi anche nelle piccole cose.
Poi fare attenzione e migliorare le “soft skills”, quelle che a me personalmente sono servite di più e che non passeranno mai di moda (nella vita come nel lavoro):

  • grande flessibilità nell’adattarsi ai contesti e scenari (sarà sempre più necessaria);
  • capacità di aggiornarsi sempre “neverstoplearning” soprattutto nel campo lavorativo imprescindibile (questa dovrebbe essere un mantra).

Ti chiedo di salutarci con la tua citazione preferita. Quale condividi e perché?
Ne condivido una a cui sono particolarmente legato, che cerco di seguire in ogni progetto professionale o privato: “Noi siamo ciò che facciamo ripetutamente. L’eccellenza, dunque, non è un atto ma un’abitudine” (Aristotele)

Grazie Tiziano per esserti raccontato come Professionista e nelle tue grandi passioni!

– Ritratti di Tiziano Bertolotti
– Foto di copertina di Jeremy Bishop su Unsplash

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