Marzo 20, 2025

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“Se le tue azioni ispirano gli altri a sognare di più, imparare di più, fare di più e diventare di più, sei un leader.”

Parto con la citazione di John Quincy Adams per evidenziare da subito l’obiettivo con cui scelgo di ospitare Professionisti: condividere la loro esperienza, fonte di ispirazione, di valore per chi cerca stimoli per apprendere, sognare e fare di più. Coinvolgo persone che ritengo essere leader di se stesse prima di tutto, ovvero chi fa accadere le cose, a partire dal proprio successo (che per me è il raggiungimento dei propri obiettivi professionali, ben definiti) e che non aspetta l’opportunità ma la costruisce.

Per questa nuova intervista ho pensato di coinvolgere Walter Romano, Project Manager, Autore, Speaker, Trainer e Coach.

Walter Romano, il leader del project management: “A project is better than a dream” Ciao Walter, ho iniziato a presentarti prendendo qualche info dalla tua Headline online, poi ho chiesto a CHATGPT e mi ha detto: “Walter Romano è un professionista noto nell’ambito del Project Management e della formazione. Ha una lunga esperienza nel settore, contribuendo in particolare alla gestione di progetti complessi e alla formazione per chi desidera migliorare l’efficacia dei suoi processi di gestione dei progetti. È anche riconosciuto come esperto nell’integrazione di tecniche di project management moderne e nella gestione dei team di lavoro in ambienti dinamici e multiculturali. Romano è molto attivo nel promuovere la cultura del project management, portando la sua esperienza in contesti di alta formazione. Il suo approccio si basa su pratiche consolidate, ma con una continua attenzione all’innovazione e all’efficienza.” Che ne pensi di questa presentazione, vuoi aggiungere o modificare qualcosa, a quanto l’intelligenza artificiale ci ha detto?
Sono positivamente colpito dalla descrizione. Il mio approccio si basa effettivamente sull’utilizzo di tecniche di Project Management che sono utili anche nella vita e nei progetti personali. Nella frase finale aggiungerei che pongo grande attenzione anche alle soft skills, le abilità relazionali e comportamentali che fanno la differenza nella gestione di qualunque progetto. Ma questo dall’Intelligenza Artificiale non ce lo potevamo aspettare.

Se ti dovessi presentare con un’immagine metaforica quale sceglieresti e perché?
Mi piace molto l’idea del cristallo che in base alla luce che riceve e alla sue caratteristiche, restituisce colori diversi grazie alla rifrazione. Non mi sono mai sentito un diamante, ho lavorato tanto per cercare di non essere un semplice pezzo di vetro, e cerco di trovare sempre esperienze significative che mi permettano di mostrare e restituire i miei colori migliori.

Che lavoro sognavi di fare da bambino; sei vicino a quel sogno?
Ah, bella domanda. A parte il classico sogno di fare il calciatore e una carriera che non si è realizzata, non avevo le idee chiare. Sono passato dall’idea di studiare Medicina durante il liceo a scegliere poi Ingegneria. Ancora oggi non so quale sarebbe stata la scelta giusta, ma ho provato in questi venti anni di carriera in grandi aziende ad aggiustare il percorso in base a ciò che sentivo più vicino a me e alle mie abilità.

Quali sono state le tappe più importanti del tuo percorso professionale?
La facoltà di Ingegneria non era molto nelle mie corde forse, ma ho completato il percorso e imparato metodo, disciplina e sacrificio. Parole che non sono affascinanti, soprattutto oggi nel mondo della ricerca del successo rapido, ma che sono diventate il mio segreto per raggiungere risultati.  Poi ci sono gli snodi importanti, come capita a tutti: il primo progetto internazionale a Dubai, l’esperienza a Parigi, il lavoro sempre in multinazionali alla guida di team numerosi e multiculturali. In parallelo la carriera da formatore, autore e coach mi ha dato molta energia e possibilità di creare una sinergia tra i due percorsi.

A project is better than a dream”. Ho ripreso questa frase da una tua presentazione; ti va di approfondire questa visione?
Questa è anche la frase che si trova in quarta di copertina sul libro pubblicato con Mondadori. Non molto romantica forse, ma credo sia così. Se i sogni li lasciamo troppo tempo nel cassetto a impolverarsi diventano frustrazioni. Meglio prenderli, strutturarli, dargli una data di inizio e una scadenza, costruirci attorno un progetto. Ogni volta che l’ho fatto ho sentito di progredire. Alcune cose si sono realizzate, altre ho capito che erano visioni idealizzate ma non mi hanno portato dove volevo, altre ancora mi hanno regalato enormi soddisfazioni come i libri pubblicati con grandi editori e il primo libro in Inglese, A Life of Projects, che ho cominciato a presentare anche all’estero.

È arrivato il momento: ci spieghi in modo semplice cos’è il project management?
Mi piace definirlo la scienza e l’arte di gestire attività e risorse per raggiungere gli obiettivi del progetto. Il Project Management è qualcosa che può apparire esclusivamente metodico, ma permette di creare quegli schemi e quella struttura che poi ti lascia libero di concentrarti su innovazione, variazioni e creatività. Un po’ come inserire il pilota automatico e potersi concentrare su miglioramenti e cambiamenti richiesti dal contesto in cui viviamo, che è in costante e rapida evoluzione. Il Project Management è ciò che fa accadere le cose, trasforma le idee in realtà.

Qual è il lato più bello e quale il più complesso di essere un project manager?
Il ruolo è complesso e con molte responsabilità, soprattutto quando il team diventa numeroso e i progetti grandi e di elevato valore economico. In azienda è certamente uno dei pochi ruoli che ti permette di avere una visione a 360° di tutto il processo, di sviluppare grandi capacità di comunicazione e negoziazione continua, internamente ed esternamente con tutti gli stakeholder. Se poi ci aggiungi curiosità personale, invece di percepire solo la spesso difficile convivenza con processi e procedure, si apre un mondo e la possibilità di apprendere come funzionano davvero le aziende. Competenze che non è facile acquisire in altri ruoli focalizzati su parti specifiche dell’intero flusso di lavoro aziendale. Questa è sia la complessità che la bellezza di lavorare come Project Manager.

Sei autore di diversi libri sul project management, cosa ti ha spinto a scriverli?
Sono fortemente convinto che la divulgazione del Project Management faccia bene alle persone e alle comunità in cui viviamo. Metodo e organizzazione è ciò che rende le cose semplici e vivibili, come vorremo le nostre città, i rapporti con persone e istituzioni. Anche da un punto di vista personale, credo che un mondo pieno di gente che riesca a realizzare i propri sogni sarebbe un mondo migliore. Io provo a contribuire dandogli alcuni strumenti utili. I libri per me sono una grande soddisfazione, la voglia di scrivere arriva da Papà professore e scrittore e Mamma bibliotecaria. Sono nato e cresciuto in mezzo ai libri, e sono diventati uno dei miei mezzi di diffusione di qualcosa che ritengo profondamente utile e importante. L’obiettivo è ispirare gli altri, come diceva John Quincy Adams nella bellissima frase che hai citato all’inizio.

Tra i vari, hai scritto “Il tuo progetto. Strategia e metodi per realizzarti nel lavoro e nella vita”.  La domanda mi viene istintiva: come ci si realizza per te? Ovviamente nel libro fornisci risposte approfondite ma qui, con una battuta, qual è il pensiero che puoi aiutarci a fare?
Questo libro per me sono un progetto importante. L’ho scritto in un periodo difficile della mia vita personale, viaggiando tra Rio de Janeiro, Parigi, New York, Tokyo, Dubai. Sono felice di aver aiutato i tanti lettori che mi hanno scritto e che un editore di Londra abbia voluto pubblicarlo in Inglese. Mi ha permesso di realizzare alcuni dei miei sogni. Il modo di realizzare se stessi non è univoco, motivo per cui è così difficile e non esistono strategie preconfezionate applicabili ad ogni situazione. Siamo tutti diversi, viviamo esperienze differenti e le percepiamo per come siamo fatti. Ognuno di noi dovrebbe acquisire gli strumenti che ritiene utili e poi cominciare a disegnare la strada verso la propria realizzazione. Ci si arriva modificandola, sbagliando, a volte cambiando totalmente rotta. Ma mi piace sempre ricordare che la vera realizzazione è riuscire a godersi il percorso e non vivere nell’ansia di arrivare a un obiettivo, che peraltro con il passare del tempo potrebbe anche cambiare.

Ci saluti con un piccolo suggerimento che potremmo implementare tutti noi professionisti per allenare il mindset da project manager?

Per ogni progetto o problema che vi trovate ad affrontare sforzatevi di pianificare. La pianificazione porta a visualizzare il futuro, immaginare gli scenari e quel che potrebbe succedere. I piani cambieranno nel tempo, ma l’abilità e lo sforzo nella pianificazione torneranno utili quando ci sarà da trovare alternative, gestire crisi e passare all’azione. Buoni progetti!

– Immagini Walter Romano e Foto di Martin de Arriba su Unsplash

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