“Se le tue azioni ispirano gli altri a sognare di più, imparare di più, fare di più e diventare di più, sei un leader.”
Parto con la citazione di John Quincy Adams per evidenziare da subito l’obiettivo con cui scelgo di ospitare Professionisti: condividere la loro esperienza, fonte di ispirazione, di valore per chi cerca stimoli per apprendere, sognare e fare di più. Coinvolgo persone che ritengo essere leader di se stesse prima di tutto, ovvero chi fa accadere le cose, a partire dal proprio successo (che per me è il raggiungimento dei propri obiettivi professionali, ben definiti) e che non aspetta l’opportunità ma la costruisce.
Per questa quarta intervista ho pensato di coinvolgere Vittorio Martinelli, AD di Olympus Italia.
Ciao Vittorio, per prima cosa ti chiedo di presentarti con un’immagine:
Se dovessi descrivermi oggi con un’immagine, userei l’aragosta citata nel primo capitolo del libro “12 rules for life: an antidote to chaos” di J.P. Peterson. Con il mio amico Luigi Ranieri abbiamo fatto anche un podcast sull’argomento UNLOCKYOURSELF… La mia vita è stata piena di alti e bassi e ora, grazie a questo psicologo canadese, ho capito che è stato il suo bello.
Con un tweet, nei vecchi 140 caratteri, cosa ci dici di te?
Sono Bolognese, padre di due bimbe, mi sono sempre occupato di sales e marketing in grandi multinazionali nell’ambito medicale (es. Johnson & Johnson e Medtronic). Oggi ricopro il ruolo di A.D. del colosso giapponese Olympus. La mia passione per la crescita personale mi ha spinto ad occuparmi per anni anche di neuroscienze, lavorando con i principali neurologi e neurochirurghi italiani, con un focus particolare verso il coaching e la social sustainability.
Da una tua presentazione più personale ho visto che hai tanti interessi e passioni. Come fai a fare tutto, considerando anche il tuo ruolo? Te lo chiedo pensando che molti professionisti faticano a ritagliarsi un’ora per fare sport…
Io fino a 10 anni fa ero più o meno sempre in affanno, poi ho iniziato ad organizzare la mia vita usando la teoria delle piccole abitudini, c’è tanta letteratura in merito (es. Atomic Habits di J. Clear, Fatti il letto di W. H. McRaven, Solo bagaglio a mano G. Romagnoli). Posso assicurarti che funziona, oltre a questo mi alzo molto presto, 5:30/6:00 del mattino, anche questo trucco mi aiuta nella gestione della giornata.
Ho ascoltato una tua testimonianza per i ragazzi e devo ammettere che sono stata molto colpita dalla concretezza dei tuoi consigli e dalla tua ispirazione umana, oltre che professionale. Da qui mi piacerebbe avere la tua visione di empatia
Oggi per quello che mi riguarda in azienda stanno cambiando molto gli stili di leadership, se penso al mio caso, per anni ho cercato di imporre le mie idee e strategie sul team e sugli altri, usando come arma l’energia e la persuasione; ora per me guida solo l’empatia e l’inclusione. Per i prossimi anni questi saranno i pilastri per la costruzione di una vera “company culture” Molto interessanti gli spunti di Alessandro Rimassa; in merito a questi argomenti, se avrete voglia di approfondire, ha scritto un bellissimo libro in cui approfondisce tutti questi concetti.
Sei un AD ma sei anche un Coach. Pensi che il Coaching arricchisca il tuo ruolo. Se sì, come?
Per questa risposta sono di parte… Penso che essere un mental coach abbia migliorato, non soltanto molti aspetti del mio rapportarmi con gli altri in azienda e sul lavoro, ma anche in famiglia e con gli affetti più cari. Il coaching ti aiuta in primis a trovare un tuo costante equilibrio, questo ti mette in grado di affrontare in maniera più serena fallimenti e successi in diversi ambiti della vita di tutti i giorni.
Ti propongo un piccolo esercizio: disegnare la mappa dei puntini che ti hanno portato a ricoprire il ruolo di oggi, evidenziando le tappe centrali, considerando anche gli studi
Nel mio caso non è una mappa lineare. Ho iniziato ingegneria per far contenti i miei genitori, l’ho lasciata dopo un anno; a seguire ho capito che dovevo stare sulle mie passioni: azienda e vendite. Una volta inquadrato quello, ogni anno ho cercato di ampliare le mie competenze, usando prima tutti i classici step: MBA, Corsi di Approfondimento in SDA Bocconi, e a seguire mi sono messo sotto con il coaching e il Mentoring. Sulla scelta delle aziende in cui iniziare, vi consiglio sempre di puntare a strutture presenti nel ranking di Forbes, Great place to work o all’interno del ranking Top Employer. Questo non vuol dire avere delle certezze sull’ambiente di lavoro, ma nel mio caso mi ha sempre portato in realtà in cui si investe sui giovani in termini di competenze e progettualità.
C’è un tuo famoso intervento per TEDxBologna , “AAA Cercasi un lavoro per la vita” in cui auguri “un volo pieno di turbolenze”, parlando del cambiamento e delle nostre lotte interiori con il nostro cervello. Così ti chiedo cosa pensi dei cambiamenti nella carriera professionale?
In quel TEDx analizzo molti dati che ci raccontano come popolo di lavoratori… Non siamo dei cuor di leone, io stesso ad oggi ho cambiato solo 3 aziende negli ultimi 25 anni, rispetto ai miei colleghi europei sono poche. Penso che cambiare faccia bene, sono positive la scossa di adrenalina e tutte le energie che si impiegano ogni volta che si passa da un azienda all’altra o da un team ad un altro; per quello che riguarda me ormai sono una specie di “droga dopante”. Se tornassi indietro lo farei molto di più. Ad oggi l’altro grande errore che ci troviamo spesso a fare in azienda è: “Non mi trovo bene e quindi cambio….”. In verità io sono sempre andato via all’apice della mia felicità professionale; solo con una visione chiara si prendono scelte valide.
Ritengo che il networking sia di fondamentale importanza nel mondo del lavoro. Tu cosa ne pensi? Hai una storia interessante da raccontarci, un esempio che ci dimostri il valore delle connessioni tra persone?
Dal mio punto di vista “l’economia delle relazioni” è molto importante, in Italia questo concetto è poco sviluppato; se ci pensi luoghi magici come Talent Garden o H-Farm sono nati su questa idea. Questa stessa intervista nasce tra due persone con interessi e passioni comuni che un giorno magari faranno qualcosa insieme…
Film e libri ispirano le nostre vite. Se ti chiedessi quelli che a tuo avviso non possiamo perderci, quali ci diresti e perché?
Io sono un amante del cinema (in senso lato… ora non so che fine faranno…) e leggo moltissimo. Questi per me sono pilastri:
Le ali della libertà, M.Freeman e T. Robbins (penso di averlo visto 20 volte).
Ti chiedo di salutarci con la tua citazione preferita
“L’essenziale è invisibile agli occhi”. Adoro quel libro, lo sto leggendo moltissimo anche alle mie figlie, è una storia magica. Ci ho fatto un neon nel salotto di casa: