Febbraio 21, 2024

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“Se le tue azioni ispirano gli altri a sognare di più, imparare di più, fare di più e diventare di più, sei un leader.”

Parto con la citazione di John Quincy Adams per evidenziare da subito l’obiettivo con cui scelgo di ospitare Professionisti: condividere la loro esperienza, fonte di ispirazione, di valore per chi cerca stimoli per apprendere, sognare e fare di più. Coinvolgo persone che ritengo essere leader di se stesse prima di tutto, ovvero chi fa accadere le cose, a partire dal proprio successo (che per me è il raggiungimento dei propri obiettivi professionali, ben definiti) e che non aspetta l’opportunità ma la costruisce.

Per questa nuova intervista ho pensato di coinvolgere Angela Bianchi, Founder VirgoImage e Founder del blog DiversityStylingByVirgoImage

Angela Bianchi: valorizzarsi tra colori e diversitàCiao Angela, ti presenti brevemente a chi ci sta leggendo?
Ciao a tuttə, sono Angela Bianchi consulente di immagine titolare di VirgoImage. Grazie Valentina per questa opportunità di raccontarmi. VirgoImage è nata nel 2008 con l’obiettivo di accompagnare le persone ad esprimersi al meglio attraverso ciò che indossano: abiti, accessori e colori. Mi hanno definito Diversity Stylist per il mio impegno, negli ultimi anni a promuovere un concetto di valorizzazione di sé oltre agli stereotipi legati al genere, all’abilità, all’etnia, al background, al tipo di fisico, all’età e qualsiasi caratteristica che ad oggi ancora possa essere considerata un limite e non una risorsa. Il mio lavoro inizia a Milano ma mi sposto in Italia e all’estero.

A te non posso non chiedere di presentarti metaforicamente attraverso un colore. Quale sceglieresti per presentarti e perché?
Il rosa nelle sue tonalità più accese fino al fucsia e al vinaccia. Il rosa è avvolgente e rassicurante, è il colore del prendersi cura di sé e delle altre persone. Le tonalità più accese o leggermente più scure danno invece più forza, più energia. Sono tonalità che fanno sempre parte del mio outfit come di capo di abbigliamento, o accessorio o make up.

Quali sono state le tappe più significative del tuo percorso formativo e professionale?
Ho iniziato con alcuni corsi di formazione tecnica in consulenza di immagine per la valorizzazione di ogni corpo e armocromia, riorganizzazione del guardaroba e personal shopping. Ho trovato molto arricchenti anche percorsi formativi sull’ascolto e sulla capacità di entrare in empatia con la persona che a me si affida. Ho incontrato migliaia di clienti, testato e messo in discussione i metodi “tradizionali” per creare esperienze che andassero oltre la tecnica e veramente abbracciassero le esigenze delle persone. Ho iniziato tanti anni fa quando la mia professione era considerata elitaria ed inaccessibile, mi sono sempre rivolta ad un pubblico di persone con necessità quotidiane e impostato la mia offerta affinché potesse, invece, essere economicamente accessibile. Immagino che la frustrazione che provavo nel non trovare spesso outfit che esaudissero i desideri di vestibilità e stile dei miei e delle mie clienti, mi abbia portato ad andare oltre e ad impegnarmi al fine di contribuire alla divulgazione della cultura di una moda più rispettosa non solo attraverso le mie consulenze ma anche facendo ricerca e condividendo storie e progetti di chi mette al centro la persona e non un capo di abbigliamento.

Hai avuto uno o più Mentor nel tuo percorso e, se sì, vuoi dirci chi sono e cosa ti hanno ispirato a fare meglio o diversamente?
Sarò sempre grata a Katina Le Kerr (Costume Designer) che mi ha ospitato a Laguna Beach oltre 15 anni fa e mi ha insegnato a mettere in discussione lo status quo. Sono infinitamente grata a Nancy Connor (Smart Adaptive Clothing) e Alicia Searcy (aka Spashionista) per avermi dato fiducia, aver condiviso le loro conoscenze e avermi motivato ad andare avanti per contribuire alla causa di una moda più rispettosa, Lachi (artista e cantante) per aver voluto sviluppare con me progetti pluripremiati, avermi portata agli Oscar 2021 ed avermi regalato il titolo di Diversity Stylist.
Ci sono molte altre persone con cui ho fatto cose meravigliose e sul blog le trovate tutte.

Come spiegheresti l’”armocromia”, di cui si parla sempre di più, con parole semplici?
L’armocromia è uno strumento potentissimo a nostra disposizione, per esprimerci attraverso il colore che indossiamo: indossare i “nostri” colori, cioè quelli che valorizzano e potenziano i nostri colori naturali funge da “lifting” naturale e da energizzante per il viso e per l’umore. Quando indossiamo i nostri colori sentiamo ed esprimiamo sicurezza e infondiamo fiducia a chi desidera relazionarsi con noi. Possiamo mixare i nostri colori con altri anche “fuori palette” per esprimere la nostra creatività e giocare un po’.
Conoscendo i colori che non ci donano possiamo anche decidere di “imbruttirci”, incupirci, indurirci consapevolmente in base alle situazioni che dobbiamo affrontare.
Chi ha provato questa esperienza e ha con sé la sua palette personalizzata, sa che si va ben oltre il fattore estetico, si toccano delle corde interiori e si lavora su se stessə anche solo cambiando il colore di un bottone o dei lacci delle scarpe.

Come può essere utile per una persona che lavora scoprire qualcosa in più sui colori?
Una persona che lavora ha degli obiettivi ben precisi: indossando i colori adatti (e lo stile che più rispetta il suo corpo e il suo ruolo) manderà un messaggio molto forte di consapevolezza di sé e professionalità.

C’è un libro che secondo te può aiutare ad approfondire il tema dell’importanza dei colori? Ad esempio, a me hanno suggerito “Chromo Rama. Come il colore ha cambiato il nostro sguardo” di Riccardo Falcinelli
Ce ne sono tantissimi! Gli storici Colour Me Beautiful, i testi su colori e moda di Lia Luzzatto, ma anche Colournostics di Thelma van der Werff e Mary Ashby-Green.

Ti occupi in modo davvero diverso di diversità. Nel tuo sito si legge “Diversity Styling”. Qual è la tua visione di diversità?
Ti ringrazio. Sì, è un dono di Lachi, la cantante ed artista nera ed ipovedente con cui ho avuto delle collaborazioni in passato e che ha premiato (per me è un premio) il mio impegno, con questo titolo. La diversità esiste perché facciamo parte di un sistema normato per cui, tutto ciò che non è dentro un certo insieme è considerato diverso. E ciò che è diverso, lo sappiamo, di solito si conosce poco o nulla e può spaventare/allontanare e via dicendo. Nel mio lavoro e nel mio approccio alle persone, quello che ancora è considerato diversità (una tonalità di pelle, una caratteristica fisica, un budget ridotto, l’etnia etc…) diventa per me una sfida a dimostrare che non è un limite ma semplicemente un elemento da considerare, come altri, partendo da come la persona percepisce se stessa e non da come altre persone la percepiscono. Permettimi di fare un esempio banale: le orecchie a sventola. C’è chi si opera perché non le sopporta (o forse è stato convinto che fosse un difetto), chi le trova interessanti e simpatiche, chi ne ha fatto un tratto distintivo. Chi ha ragione? Come consulente di immagine devo imporre una soluzione per camuffarle o posso esimermi da qualsiasi commento e non farci assolutamente nulla se la persona, per prima, non ne fa un problema?

Siamo sempre più attenti alla sostenibilità, un tema a te caro. Quali sono a tuo avviso delle domande in grado di aiutarci in acquisti più consapevoli, mirati ed economicamente sostenibili, volti a salvaguardare il pianeta e a favorire il nostro benessere?
Sì, io lego molto il concetto di sostenibilità ambientale a quello di sostenibilità umana: credo che vadano di pari passo. Dovremmo poter conoscere la filiera e la responsabilità di ogni brand nella scelta delle materie prime, delle aziende fornitrici e partner e i luoghi di produzione. Bisognerebbe anche conoscere le condizioni di lavoro del personale lungo tutto la filiera. Non è facile come dirlo, ovvio. Inoltre, dovremmo sempre essere in grado di acquistare consapevoli che potremo utilizzare quel capo a lungo e in maniera versatile proprio per evitare di eliminarlo troppo presto o lasciarlo nell’armadio e prendere polvere e occupare spazio.

Ti chiedo di salutarci con il tuo motto preferito

Uso il mio “Action in Fashion” a celebrare l’impegno di chi vuole cambiare le cose a favore di una moda più rispettosa verso tutte le persone.

– Ritratto di Angela Bianchi
– Foto di copertina di Evgeniya Shustikova su Unsplash

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