“Se le tue azioni ispirano gli altri a sognare di più, imparare di più, fare di più e diventare di più, sei un leader.”
Parto con la citazione di John Quincy Adams per evidenziare da subito l’obiettivo con cui scelgo di ospitare Professionisti: condividere la loro esperienza, fonte di ispirazione, di valore per chi cerca stimoli per apprendere, sognare e fare di più. Coinvolgo persone che ritengo essere leader di se stesse prima di tutto, ovvero chi fa accadere le cose, a partire dal proprio successo (che per me è il raggiungimento dei propri obiettivi professionali, ben definiti) e che non aspetta l’opportunità ma la costruisce.
Per questa nuova intervista ho pensato di coinvolgere Teresa Budetta, mental coach ed esperta di digital marketing.
Ciao Teresa, ti definisci un’eterna ottimista, convinta che ognuno di noi sia artefice del suo destino. Hai fatto tua una citazione di Jim Rohn: “Le persone dicono che la motivazione non dura. Beh, neanche una doccia, ecco perché la facciamo ogni giorno”. Con un tweet e con un’immagine metaforica, cosa ci dici ancora di te?
Per presentarmi con un’immagine scelgo quella di un uccello che spicca il volo ed ha appena aperto le ali.
Credo profondamente che la felicità sia una scelta e che viviamo in un momento di profondo cambiamento. Per me cambiamento è, al contempo, sfida e opportunità. Sfida perché dobbiamo mettere in discussione tutto ciò che sappiamo; opportunità perché, se lo mettiamo in atto, possiamo creare davvero una vita autentica e di successo.
Sei un’italiana che vive a Berlino. Come ti trovi, ti manca l’Italia?
Veramente bene. Berlino è una città libera, che ti offre tantissime opportunità sia dal punto di vista lavorativo, che di crescita personale. Sono cambiata tanto da quando mi sono trasferita qui e per adesso ne sono ancora follemente innamorata.
Ti occupi da sempre di Digital Marketing, Brand Development e Social Media Transformations. Al contempo sei una Mindset Coach. Ci sono associazioni tra queste due passioni professionali?
Sì! Al momento sono due mondi paralleli ma che spero nei prossimi anni di fondere.
A Berlino ho un’agenzia con cui collaboro sia per programmi di marketing, che di leadership. In Italia sono conosciuta sui social soprattutto per la mia passione ed esperienza nel mindset coaching; nel futuro però ho tanti progetti per unire queste due realtà. Stay Tuned!
Ti propongo un piccolo esercizio: disegnare la mappa dei puntini che ti hanno portato a ricoprire il ruolo di oggi, evidenziando le tappe centrali, considerando anche gli studi.
Ne sono tante.
- Il test alla Bocconi – non so perché ma i miei Genitori amavano l’idea che io studiassi alla Bocconi. A maggio del 2006 mi portarono a fare i test a Milano, con la scusa che mia mamma doveva fare una visita. Era la mia prima volta in questa città e me ne innamorai. E così scelsi Economia
- 2. Il Master a Barcellona – non mi trovai così bene a Milano e decisi di fare la specialistica fuori. Scelsi l’Esade – Escola Superior d’Administració i Direcció d’Empreses -, e lì mi innamorai di un ragazzo tedesco. Lui continuava a ripetermi che Berlino era il futuro ma io non avevo alcun interesse per la Germania
- Stage a Londra – ho continuato il mio piano. Dopo la laurea, ho trovato uno stage in una banca d’investimento coronando il mio sogno. Ho odiato, però, ogni istante e, così, ho comprato il volo di ritorno. Sono tornata a Milano senza sapere cosa avrei fatto…
- Young Women Network – al ritorno da Londra ho preso un foglio di carta e ho scritto cosa per me era importante realizzare nella vita: aiutare le donne a credere in sé stesse e costruire un mondo più giusto. Così ho fondato YWN ed iniziato il mio primo stage nel venture capital
- Trasferimento a Berlino – a Milano ho dedicato i successivi tre anni al mio sogno italiano, ma sia lavorativamente sia con l’associazione ho fallito; non riuscivo a realizzare il mio potenziale… Gli anni passavano e mi sentivo un leone in gabbia. Così, finito un contratto a tempo determinato, senza lavoro, sono venuta a Berlino per un week-end e in 24 ore ho trovato un impiego che mi pagava persino meglio dell’ultimo
- Foodspring e il mondo delle startup – mi sono trasferita a Berlino nel 2016 e in cinque anni ho appreso tantissimo su come si crea, si fa crescere e si vende una società. Ho imparato a sognare in grande, ho riscoperto il mio valore, ho visto e compreso come funziona il mondo del business. A Berlino ho fatto mio anche l’amore per la crescita personale e spirituale; ho preso decine di certificazione e ho cercato sempre di coltivare la mia passione
- Il lancio del mio business come coach e consulente marketing – l’inizio di questa nuova tappa. Non è l’arrivo ma è un passo importante nel mio sviluppo.
Quando eri all’università eri convinta che la vita sarebbe stata abbastanza lineare: laurea, lavoro, carriera, famiglia, meritato riposo. Vivevi ogni scelta con il peso che quella decisione avrebbe influenzato il resto della tua vita. Poi ti sei trovata a cambiare lavoro e città più volte nella tua vita. Cosa ti ha spinto a farlo?
La necessità di vivere una vita autentica. Per le persone curiose è impossibile stare fermi sul proprio percorso, più esplorano più scoprono nuovi mondi, nuovi puntini da unire, nuove opportunità da cogliere. In passato mi sentivo sbagliata vedendo i miei amici felici nel loro percorso così rettilineo, poi ho imparato ad amare la mia vera me, in continua evoluzione.
Ti ho conosciuta dopo aver trovato online, nel 2016, un tuo articolo che ho amato alla prima lettura – 3 lezioni che ho imparato facendo scelte sbagliate – dove hai condiviso alcuni consigli tratti dalla tua esperienza: “l’unico modo per conoscere sé stessi è provare, lanciarsi; circondatevi di persone positive saranno il vostro motore, confrontatevi, fate progetti, sognate. Non esiste integratore capace di donarvi la stessa energia e voglia di fare; l’unica certezza è che non abbiamo certezze. Il nostro futuro ce lo dobbiamo costruire giorno dopo giorno. Quindi basta preoccuparsi di cosa succederà in un ipotetico futuro ed iniziamo a pensare a oggi.” Oggi, nel 2021, modificheresti o aggiungeresti qualcosa a questo articolo?
Mi fa sorridere questa domanda, l’ho riletto qualche mese fa e mi sono sorpresa dopo sette anni di come fossi saggia e di come ancora oggi sottoscrivo ogni singola parola.
Quale pensi sia stato il tuo più bel successo e quale il fallimento più grande?
Ognuno di essi. Io credo che ciascun fallimento sia una lezione posta sulla nostra strada perché senza quello specifico apprendimento non possiamo trasformarci in chi siamo destinati ad essere. La vera forza, però, è imparare, a fare propria l’esperienza e non ostinarsi a ricadere negli stessi pattern (schemi ricorrenti) ed errori. Io per anni mi sono trovata negli stessi schemi perché non volevo imparare la mia lezione.
Hai aiutato tante persone nel loro percorso: chi ha trovato la determinazione, chi più energia positiva, chi si sente migliore; chi ha superato le sue paure, chi ha smesso di auto-sabotarsi. Come le supporti? Provo a chiedertelo con un taglio pratico: come iniziano e come si svolgono queste relazioni di miglioramento?
Le seguo con programmi di gruppo ed individuali. Ho due percorsi uno per vivere il nostro vero potenziale e il secondo per mettersi in proprio.
Nel primo le aiuto in tre passi: individuare quali pattern e schemi ci stanno bloccando dal fare, capire la nostra vera visione e ciò che vogliamo davvero raggiungere, creare un piano di azione per raggiungerlo con motivazione e costanza.
Sono davvero felice di accompagnare le persone in questo viaggio per farle brillare; vedere la strada percorsa mi dà una soddisfazione enorme!
Ritengo che il networking sia di fondamentale importanza nel mondo del lavoro. Dirlo a te, che anni fa hai fondato l’associazione “Young Women Network” (associazione dedicata al networking, mentoring ed empowerment delle giovani donne) è un po’ “sfondare una porta aperta”. È bello però condividere con i nostri lettori la tua visione e raccontarci anche cosa ti spinse a focalizzarti sul tema donna e network
Negli anni di università avevo una foto appesa nella mia stanza, che riportava una frase di Aung San Suu Ky:
“If you feel helpless go and help someone”.
Durante una mia esperienza mi sono sentita trattata in maniera diversa perché donna, e mancata di rispetto per questo. E questa citazione continuava a risuonarmi nella mente… Così, quando sono tornata a Milano, questa stessa frase è stata la mia guida.
Se ti chiedessi di salutarci dandoci un consiglio, cosa ci diresti e perché?
Fatevi guidare dalla speranza e non dalla paura. Investite su di voi per entrare davvero in connessione con voi stessi e con la bellezza del mondo. Perché ogni giorno viviamo un miracolo senza accorgercene…
Foto di Steve Harvey su Unsplash